Palazzo Guerrieri
Non lontano dalle cale portuali e dal molo di porta Reale, su precedenze medievali, si sviluppò il palazzo della nobile famiglia Massa di Brindisi.Ascolta l’audioguida di “Palazzo Guerrieri” di Giacomo Carito
Non lontano dalle cale portuali e dal molo di porta Reale, su precedenze medievali, si sviluppò il palazzo della nobile famiglia Massa di Brindisi. Pervenuto nella disponibilità di Annibale De Leo, figlio di Vittoria Massa, se ne dispose un rifacimento che, nelle linee essenziali, rese al prospetto principale, sul declinare del XVIII secolo, l’aspetto attuale. Scrisse Hermann Broch che “l’architettura è la testimonianza dell’aspirazione dell’uomo a vincere il tempo innalzando l’ordine nello spazio” e forse era questo nelle intenzioni del dotto arcivescovo. Il tema delle colonne custodi di porte è ripreso nel portale in cui è lo stemma che rimanda sia ai Massa che ai De Leo. Dopo essere stato prima della baronessa Claudia Bottari di Francavilla Fontana e poi di Raffaele Monticelli-Cuggiò, il 1851 fu acquisito da Vito Guerrieri, i cui eredi ne operarono il 1872 la cessione al Comune di Brindisi che lo utilizzerà per percorsi di formazione. Al piano terra erano le strutture di servizio mentre al primo piano si sviluppavano gli ambienti destinati alla residenza non privi di una cappella. Il giardino del palazzo sarà eliminato per dar luogo a una palestra. Notevole l’arco ogivale in parte murato che probabilmente dava accesso a depositi o magazzini portuali. Strutture murarie sia di età romana che medievale, testimonianza delle invisibili città che nello spazio e nel tempo si sono negate per dar luogo all’attuale, sono state rinvenute nel corso di campagne di scavo condotte nell’area della palestra.
Ascolta l’audioguida di “Palazzo Guerrieri” di Giacomo Carito
Non lontano dalle cale portuali e dal molo di porta Reale, su precedenze medievali, si sviluppò il palazzo della nobile famiglia Massa di Brindisi. Pervenuto nella disponibilità di Annibale De Leo, figlio di Vittoria Massa, se ne dispose un rifacimento che, nelle linee essenziali, rese al prospetto principale, sul declinare del XVIII secolo, l’aspetto attuale. Scrisse Hermann Broch che “l’architettura è la testimonianza dell’aspirazione dell’uomo a vincere il tempo innalzando l’ordine nello spazio” e forse era questo nelle intenzioni del dotto arcivescovo. Il tema delle colonne custodi di porte è ripreso nel portale in cui è lo stemma che rimanda sia ai Massa che ai De Leo. Dopo essere stato prima della baronessa Claudia Bottari di Francavilla Fontana e poi di Raffaele Monticelli-Cuggiò, il 1851 fu acquisito da Vito Guerrieri, i cui eredi ne operarono il 1872 la cessione al Comune di Brindisi che lo utilizzerà per percorsi di formazione. Al piano terra erano le strutture di servizio mentre al primo piano si sviluppavano gli ambienti destinati alla residenza non privi di una cappella. Il giardino del palazzo sarà eliminato per dar luogo a una palestra. Notevole l’arco ogivale in parte murato che probabilmente dava accesso a depositi o magazzini portuali. Strutture murarie sia di età romana che medievale, testimonianza delle invisibili città che nello spazio e nel tempo si sono negate per dar luogo all’attuale, sono state rinvenute nel corso di campagne di scavo condotte nell’area della palestra.