Palazzina Belvedere e Collezione Archeologica “Faldetta”
Quando le luci della notte si rifletteranno immobili sulle acque verdi di Brindisi... (Sophia de Mello)Ascolta l’audioguida della “Palazzina Belvedere e Collezione Archeologica – Faldetta” di Anna Cinti
L’elegante Palazzina che ospita la Collezione Archeologica Faldetta fu realizzata nell’ambito del progetto della nuova sistemazione della Scalinata Virgilio voluta in coincidenza con l’edificazione del Monumento Nazionale al Marinaio d’Italia. La Palazzina è denominata del Belvedere per la splendida terrazza che si affaccia sul porto interno di Brindisi. La Collezione Archeologica Faldetta conserva fondamentali testimonianze archeologiche del territorio pugliese. Comprende una ricca varietà di forme vascolari in ceramica micenea, corinzia, attica a figure nere, italiota a figure rosse, a vernice nera, bruna e rossa, in stile di Gnathia e ceramica di produzione messapica. Vi sono anche esempi di reperti in pasta vitrea, in bronzo e alcuni esemplari di coroplastica e scultura di ambito indiano. La potenzialità della collezione è nella unicità di alcuni esemplari. Tra essi spicca, per il suo notevole valore artistico e storico, un cratere a campana di produzione protoapula del IV secolo a. C., attribuito dal prof. Arthur Trendall alla cerchia del Pittore di Tarporley.
Ascolta l’audioguida della “Palazzina Belvedere e Collezione Archeologica – Faldetta” di Anna Cinti
L’elegante Palazzina che ospita la Collezione Archeologica Faldetta fu realizzata nell’ambito del progetto della nuova sistemazione della Scalinata Virgilio voluta in coincidenza con l’edificazione del Monumento Nazionale al Marinaio d’Italia. La Palazzina è denominata del Belvedere per la splendida terrazza che si affaccia sul porto interno di Brindisi. La Collezione Archeologica Faldetta conserva fondamentali testimonianze archeologiche del territorio pugliese. Comprende una ricca varietà di forme vascolari in ceramica micenea, corinzia, attica a figure nere, italiota a figure rosse, a vernice nera, bruna e rossa, in stile di Gnathia e ceramica di produzione messapica. Vi sono anche esempi di reperti in pasta vitrea, in bronzo e alcuni esemplari di coroplastica e scultura di ambito indiano. La potenzialità della collezione è nella unicità di alcuni esemplari. Tra essi spicca, per il suo notevole valore artistico e storico, un cratere a campana di produzione protoapula del IV secolo a. C., attribuito dal prof. Arthur Trendall alla cerchia del Pittore di Tarporley.